A Mineo la "prima" de "L'Incantesimo"

  • di Redazione Il Solidale
  • 22 dic 2015
  • CULTURA

A Mineo la "prima" de "L'Incantesimo"

Mineo. Lunedi 21 Dicembre, presso il Centro Interculturale “Giovanni Paolo II” si è tenuta la prima de “ L’INCANTESIMO”, opera scritta da Massimiliano Perrotta, realizzata dall’Associazione Teatro del Mediterraneo, regia di Walter Manfrè.
Alla presentazione interviene Paolo Ragusa che rivolge ringraziamenti particolari ai protagonisti della storia dell'accoglienza, riferendosi sia agli attori professionisti che agli ospiti migranti degli Sprar che numerosi hanno accolto l’invito a partecipare a questa iniziativa di integrazione e crescita personale, sottolineando come l’associazione teatrale dal 2013 si spende nel territorio menenino per la valorizzazione della cultura dell'incontro e della pace.
Interviene anche il Neo-Presidente dell’ Associazione Teatro del Mediterraneo, Riccardo Tangusso, anticipando che a breve si avvierà un progetto in ambito universitario che coinvolgerà i migranti/studenti delle Ersu d'Italia finalizzato ad una rappresentazione teatrale che verrà promossa sul suolo nazionale e fungerà da motore di cambiamento attraverso attività sociali e pedagogiche impegnate nella lotta all’antisemitismo.
Commedia onirica, profonda, ricca di metafore che rimandano ai paradossi della società moderna, dove i valori umani dell’uguaglianza e della diversità si scontrano con i pregiudizi di una cultura borghese intrisa di paure e di preconcetti.
Il protagonista ovvero il distinto dott.Marsiglia, sogna un appuntamento a casa della “Signora” per sciogliere un’ incantesimo e raggiungere il “paradiso”.
In questo sogno si alternano diversi personaggi che simboleggiano l’infanzia, i momenti di gioia e di felicità, la frustrazione della crisi economica, la paura della “concorrenza” lavorativa con cui si misura la popolazione locale e quella rappresentata dall’immigrato, l’inganno e l’illusione di una modernità che investe nell’apparenza piuttosto che nella sostanza, la dittatura economica che incombe a dispetto della inventiva, della passione e della determinazione che caratterizza le nuove generazioni. Il tutto “colorato” da voci e tinte di mondi lontani, da canti surreali e filastrocche magiche. All’interno della storia vengono narrate altre storie, parabole ricche di significati e di insegnamenti.
Saranno proprio tre fanciulle, indiane o africane, non conta, a svelare il trucco per sciogliere questo incantesimo e aprire gli occhi del protagonista, adesso pronti a cogliere tutte le sfumature dell’”arcobaleno” e per celebrare un mondo incantato e disincantato a tempo stesso.

Bravissimi sia gli attori che gli ospiti migranti, che per settimane hanno provato insieme per mettere in scena quest’opera natalizia, confrontandosi e arricchendosi reciprocamente. Il pubblico in sala, entusiasta, ha applaudito per diversi minuti tutti coloro che hanno reso possibile questa magica esperienza. Santina Lazzara