Solidarietà e crowdfunding: primo mattone per la "Casa di Toti"
- di Redazione Il Solidale
- 22 dic 2015
- SOCIALE
Anche la “Casa di Toti” fa ingresso nella grande famiglia di Laboriusa, la piattaforma siciliana di crowdfunding nata per sostenere “dal basso” progetti solidali. Grazie al contributo dei donatori digitali, Muni Sigona – mamma di un diciassettenne che soffre di un grave disturbo psichico - potrà così avviare il sogno di una vita: trasformare una dimora storica del Settecento (che da 20 anni è adibita a casa-vacanze) in un Albergo Etico. La struttura si trova a Modica (in provincia di Ragusa) e l’obiettivo è quello di far convivere – sotto lo stesso tetto – integrazione sociale e occupazione, ribaltando il concetto di assistenza al disabile, che da fruitore del servizio diventerà “gestore”, e protagonista di una storia che racconta solidarietà e responsabilità sociale, attivismo e voglia di fare.
Il progetto - che ha ricevuto numerosi riconoscimenti nazionali e che è inserito all’interno del circuito di fundraising “I bambini delle fate”, progetto promosso da Franco Antonello (ibambinidellefate.it) - ha l’obiettivo di costruire un modello virtuoso: realizzare una Comunità Residenziale dove ragazzi disabili – insieme a operatori professionisti e tutor - avranno un futuro, un domani migliore, un “dopo di noi”.
Un sogno speciale per un figlio altrettanto speciale: «Toti ama disegnare e dipingere; scendere in cantina per suonare la batteria; correre controvento sulla sua moto; sparare le minicicciole; dormire con il suo labrador e far svolazzare i pappagalli per casa – racconta la madre - la vita di Toti è ritmata dall’amore di chi gli sta intorno; è intervallata dalle crisi ossessive di una disabilità compulsiva e totalizzante. Le stereotipie che lo accompagnano durante la giornata non riescono però a offuscare quella creatività che si traduce in arte, disegno, musica e voglia di vivere. Quegli attimi di rabbia che sono la valvola della sua malattia, vengono costantemente ammortizzati dal gesto di un padre amorevole, di una mamma che combatte ogni giorno per entrare nel suo mondo in punta di piedi; di un fratello che coccola lui e le sue manie; di un tutor immigrato, il “tato”, che ha trovato una famiglia e anche un lavoro».
Lui, che… “non voglio sposarmi per non avere un figlio come me”; lui che prende a pugni il presente per arrivare in fondo al futuro; lui che prende le pillole come fossero macigni da inghiottire; lui è il protagonista vero di questa storia dove rabbia e passione s’intrecciano continuamente, per fondersi nell’anima di chi vive la disabilità con normalità.
Donando anche una piccola cifra su laboriusa.it, si potrà raggiungere l’obiettivo di 3.000 euro, utile per avviare tutte le pratiche burocratiche del progetto, quindi per posare il primo mattone della “Casa di Toti”. Tra le “ricompense” per i donatori, i prodotti realizzati dai ragazzi che frequentano i laboratori occupazionali ludico-ricreativi per disabili e normo “Palcoscenico Calle Calle”, presso l’Auditorium comunale di Trecastagni.