Fondazione con il Sud. Bando Welfare e tecnologie: 2 progetti selezionati
- di Redazione Il Solidale
- 22 giu 2023
- LAVORO
(Redazione) ROMA. "Oltre 1 milione di euro per l’avvio di due progetti per la sperimentazione di nuove tecnologie per la cura degli over 65 con patologie croniche". A renderlo noto è la Fondazione CON IL SUD che punta i riflettori sugli obiettivi dei 2 progetti selezionati dalla Fondazione CON IL SUD, attraverso il Bando “Welfare e Tecnologie”, sostenuti con oltre 1 milione di euro e che saranno avviati a Caltanissetta e nelle province di Bari e Brindisi: "sperimentare nuove tecnologie per migliorare il benessere e le condizioni di vita di persone ultrasessantacinquenni con patologie croniche e degenerative, promuovendo l’innovazione delle attività di cura e assistenza sanitaria e sociale". Nel nostro Paese il 23,2% della popolazione ha almeno 65 anni. Si stima che nel 2050 questa percentuale salirà al 35%. Oltre la metà di queste persone è affetta da gravi malattie croniche e da più di una condizione patologica (multimorbilità). Tra gli over 85 la quota raggiunge i due terzi, con una percentuale più elevata tra le donne, il 69% contro il 60% tra gli uomini. Sono quasi 4 milioni le persone over 65 con gravi limitazioni motorie, sensoriali o cognitive e oltre un anziano su dieci manifesta una grave riduzione di autonomia nella cura della propria persona. I dati Istat indicano il divario esistente tra Nord e Sud per quanto riguarda la salute e il benessere di chi ha più di 65 anni, in particolare per quanto riguarda gli uomini con più di una condizione patologica (38,2% nel Nord e 49% nel Mezzogiorno) e le donne con patologie croniche gravi (rispettivamente 34,9% e 46,5%). Nel Mezzogiorno, inoltre, le donne ultrasessantacinquenni che hanno la condizione peggiore, vale a dire che sono affette da almeno una patologia cronica grave e da più condizioni patologiche, è pari al 40% contro il 27% nel Nord e il 30,4% nell’Italia centrale. Si osservano per gli uomini analoghe distanze fra i territori. Le iniziative coinvolgeranno nella sperimentazione 450 persone over 65 con patologie croniche. Uno dei due progetti si chiama “Case in Rete!” e sarà avviato a Caltanissetta dalla Cooperativa sociale Etnos, in collaborazione con altre cooperative sociali, organizzazioni di volontariato, oltre alla Asl territoriale e alla CT Consulting srl che avrà il compito di realizzare le soluzioni tecnologiche. Il progetto, sostenuto con 600 mila euro, sperimenterà una soluzione tecnologica basata sull’integrazione tra TV e telefono, che permetterà di usufruire di interventi di teleassistenza a casa. Un dispositivo elettronico consentirà, attraverso il telecomando del proprio televisore, il continuo scambio di informazioni tra l’assistito e l’operatore, che diventerà un punto di riferimento centrale per la persona anziana, e che potrà rilevare parametri medici, ricordare i farmaci da assumere, inviare consigli di prevenzione e per la promozione e il mantenimento del benessere, gestire allarmi e attivare servizi di emergenza. I dati saranno accessibili al medico di famiglia, all’azienda sanitaria e ai familiari. Saranno previste attività di consulenza psicologica e infermieristica, ma anche animazione e laboratori (es. letture, musica, ginnastica dolce). A familiari e caregiver verrà garantito un supporto specifico per una ridistribuzione dei carichi di cura e l’accompagnamento alla rete dei servizi territoriali. Nelle province di Bari e Brindisi sarà avviato l'altro progetto “A.R.P.A. (Assistenza da remoto di persone anziane)”, sostenuto con 507 mila euro e promosso dalla Cooperativa sociale Innotec in rete con associazioni, cooperative e imprese sociali locali, oltre all’ambito territoriale, a due residenze sanitarie e alla Overzoom srl che avrà il compito di realizzare le soluzioni tecnologiche. Il progetto sperimenterà un sistema di teleassistenza basato su dispositivi altoparlanti, capaci di “dialogare” con persone over 65 con un livello medio di non autosufficienza. Attraverso una piattaforma e una app, sarà creato un collegamento telefonico bidirezionale a circuito chiuso tra l’assistito e la centrale, con l’invio di segnali (sveglia per assunzione farmaci, promemoria per attività fisiche o dieta da seguire), permettendo anche di sorvegliare l’ambiente attraverso la raccolta di diversi input (parole, rumori anomali, assenza di segnali, ecc.). La tecnologia proporrà anche attività di esercitazione cognitiva per il contrasto dell’invecchiamento neuronale. Tutti i dati raccolti saranno archiviati in una piattaforma accessibile da tutti gli attori coinvolti. L’iniziativa prevede anche servizi di consegna a domicilio di medicinali e beni di prima necessità, trasporti programmati e in ambulanza e telefonia sociale per contrastare l’isolamento. Entrambe le iniziative si basano sull’integrazione tra soluzioni tecnologiche di facile utilizzo e l’intervento di operatori a domicilio, riuscendo così a garantire la sicurezza, il benessere e la socialità delle persone con problemi di salute o limitata autonomia personale, favorendone la permanenza presso le proprie abitazioni, sostenendo le famiglie e i caregiver nella loro opera di cura e assistenza, contribuendo all’ottimizzazione dei processi e alla riduzione della spesa pubblica nel settore dell’assistenza socio-sanitaria. Il tutto in una positiva e significativa collaborazione con i partner tecnologici privati che si sono impegnati a sostenere il 50% dei costi previsti per lo sviluppo delle soluzioni tecnologiche. A tal proposito Stefano Consiglio, Presidente della Fondazione CON IL SUD, dichiara che “Le tecnologie possono rappresentare insieme all’azione svolta dal Terzo settore uno strumento importante per garantire diritti di cittadinanza a tutti i cittadini del Sud. Attraverso questo bando e i due progetti selezionati vogliamo tracciare un percorso che punti all’innovazione e all’inclusione nell’ambito della cura e dell’assistenza, per dare speranza a chi ogni giorno vive situazioni difficili rese ancora più “pesanti” dalla difficoltà di accesso, per diversi motivi, alle cure o ai servizi sanitari di cui si ha bisogno. Il nostro è solo un piccolo contributo che speriamo possa contaminare anche le amministrazioni pubbliche – conclude Consiglio – per favorire innovazione e sviluppo nella cura e benessere delle persone”.