Per la “Giornata Mondiale del Rifugiato” la cittadina di Raddusa si stringe attorno ai giovani ospiti del SAI 'Vizzini Ordinari' "per trasmettergli affetto e calore umano"
- di Redazione Il Solidale
- 23 giu 2023
- SOCIALE
(Francesco Grassia) RADDUSA. “La Giornata Mondiale del Rifugiato” istituita nel 2000 come occasione unica per ricordare la condizione di milioni di persone di tutti i continenti costretti a scappare dai loro paesi o a causa delle guerre, delle persecuzioni e delle violazioni dei diritti umani, oppure per cercare altrove quel lavoro che permettesse loro di guadagnare quanto necessario per il sostenere la propria vita e per quella dei loro famigliari; gente che, in tempi diversi, ha dovuto abbandonare la propria terra, i propri amici e gli affetti più cari per trasferirsi in altri paesi economicamente più progrediti. In Italia esistono, dal 2001 le organizzazione di Sistema e Protezione per i Richiedenti Asilo e Rifugiati (Sprar o Siproimi) che realizzano gli interventi di accoglienza per tutte le persone che arrivano sul territorio italiano alla ricerca di protezione internazionale. Uno di questi Sprar-Siproimi esiste anche nel comune di Raddusa ed è attivo dal 2014. E’ stato realizzato in esecuzione di un Progetto che, per i Comuni del Calatino, è gestito dalle Cooperative “San Francesco” e “Opera Prossima” che hanno messo a disposizione dei propri Sprar-Siproimi quasi 200 posti utili per l’accoglienza destinati ad altrettanti richiedenti asilo. Di anno in anno, per festeggiare la ricorrenza della “Giornata Mondiale del Rifugiato” la cittadina di Raddusa si stringe attorno ai giovani ospiti dello Sprar-Siproimi per trasmettere loro il proprio affetto e tutto il calore umano che li lega ad essi. I ragazzi del SAI/Siproimi Vizzini Ordinari, sotto la guida della loro coordinatrice dott.ssa Gaetana Pagana, hanno aderito, quest’anno, all’iniziativa festosa promossa dalla comunità cattolica della Parrocchia Immacolata Concezione, guidata dal Parroco Don Mauro Ciurca. La festa si svolgerà sabato 24 giugno presso il salone della chiesa parrocchiale, ed avrà inizio con le testimonianze dei giovani ospiti beneficiari del sistema ritenuti utili ad incrementare il rapporto di socializzazione tra essi e la comunità raddusana che li ospita. Alla conclusione delle testimonianze sarà offerto ai presenti lo spettacolo di Sand Art realizzato dall’artista Stefania Bruno che, con la sabbia, riesce a realizzare inimmaginabili opere d’arte. Per chi non lo sapesse rendiamo noto che la “Sand Art” è una forma tipica del teatro contemporaneo che si fonda sul racconto per immagini. Nell’occasione l’artista ennese Stefania Bruno racconterà, usando le immagini che realizzerà con la sabbia, i numerosi disagi che gli immigrati affrontano prima di raggiungere la nostra terra. Alla festa è attesa la presenza delle massime autorità cittadine. Nella foto l’artista di Sand Art Stefania Bruno mentre lavora con la “sua” sabbia.