A 31 anni dalla strage di via D’Amelio, l'Italia intera torna a ricordare Paolo Borsellino, gli agenti della scorta e le altre vittime della mafia
- di Redazione Il Solidale
- 19 lug 2023
- CRONACA
(Salvo Cona) CALTAGIRONE. A 31 anni dalla strage di via D’Amelio, l'Italia intera torna a ricordare Paolo Borsellino, gli agenti della scorta e le altre vittime della mafia.
Paolo Borsellino e Giovanni Falcone erano due magistrati che negli anni '80 hanno scoperto i segreti di questa organizzazione. Il giudice Falcone, grazie all’interpretazione dei segni, dei gesti, dei messaggi e dei silenzi degli uomini di Cosa Nostra è riuscito a decifrare il loro “linguaggio”, il loro modo d’agire, grazie anche al rapporto con i pentiti, uomini che hanno scelto di abbandonare la mafia per collaborare con la Giustizia. Proprio grazie a uno di loro, Tommaso Buscetta, entrambi hanno iniziato a conoscere il codice segreto della mafia. Con un altro anziano magistrato (loro capo), Antonino Caponnetto, fondarono un “pool” contro la mafia grazie al quale riuscirono a catturare centinaia di mafiosi condannati a conclusione del famoso maxi processo, conclusosi il 30 gennaio 1992. Ma la mafia non dimentica. Anzi da quel momento preparò la sua vendetta: uccidere Falcone e Borsellino, che fin da piccoli si conoscevano, giocavano insieme nel quartiere la Kalsa, a Palermo. Già da ragazzi, Paolo Borsellino e Giovanni Falcone avevano scelto di stare dalla parte giusta e dopo il liceo si ritrovarono entrambi a studiare per diventare magistrati e poi ancora insieme a lavorare per sconfiggere la mafia. A Palermo avevano l’ufficio uno accanto all’altro. La loro vita finì ancora una volta insieme, quel 23 maggio e quel 19 luglio 1992.