Natale multietnico per gli Sprar di Mineo

  • di Redazione Il Solidale
  • 6 gen 2016
  • SOCIALE

Natale multietnico per gli Sprar di Mineo

Mineo. All’insegna dello scambio interculturale, quest’anno, i due pranzi Multietnici organizzati nei SPRAR del territorio menenino, il 19 Dicembre a pranzo presso il centro per Minori e il 30 a cena all’Ordinario per nuclei monoparentali.
Le due giornate hanno visto la partecipazione di tutti i dipendenti e volontari che da anni lavorano in questi progetti e di tutti gli ospiti presenti, un momento di convivio durante il quale si sono messe a tavola sia le nostre pietanze tradizionali che alcuni piatti tipici africani, ponendo in essere quelle condizioni di confronto costruttivo tra diverse etnie che nel cibo trovano la propria identità e la conservano e proteggono anche quando, a seguire un processo migratorio, si trovano migliaia di chilometri distanti dai loro paesi. Ed è normale che sorga il desiderio di rimanere ancorati alla propria identità tenendo aperti i collegamenti con le proprie radici e abitudini.
“Siamo ciò che mangiamo”, recita un detto antico e il cibo connota popoli, culture e società diverse e attraverso esso si apprendono le caratteristiche dei gruppi etnici che via via si vanno ospitando.
Questo punto in particolare, ha colpito tutti coloro che hanno partecipato, sperimentando la curiosità reciproca di assaggiare i diversi piatti in tavola e attraverso essi conoscersi un po’ di più.
Con il pretesto del festeggiamento del Natale e dello scambio di auguri per l’ingresso del nuovo anno, Cristiani e Musulmani, intorno a queste tavolate, erano semplicemente individui legati da un percorso detto di accoglienza che per una breve partentesi viene condiviso non solo lavorativamente parlando, ma soprattutto umanamente.
Gli operatori che ogni giorno lavorano e si spendono in questo lavoro sono stati ben lieti di trascorrere momenti felici e di distensione con gli ospiti e vivere queste ore in amicizia e benevolenza, proponendo di realizzarne altre nell’arco dell’anno e di restituire a quello che può essere percepito, dall’esterno, come un semplice lavoro, quell’imprinting solidale e di ricchezza affettiva e relazionale che il settore del sociale regala sempre a chi vi si approccia col cuore e con intelligenza emotiva. Santina Lazzara