L'attivista iraniana Narges Mohammadi ha ottenuto il premio Nobel per la pace

  • di Redazione Il Solidale
  • 7 ott 2023
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L'attivista iraniana Narges Mohammadi ha ottenuto il premio Nobel per la pace
(Redazione) ROMA. L'attivista iraniana Narges Mohammadi ha ottenuto il premio Nobel per la pace, mentre è ancora detenuta a Evin da cui riuscì a inviare una lettera aperta. Arrestata 13 volte, sono in molti a chiedere la sua liberazione, anche i due figli gemelli. L'ultima battaglia contro la "tortura bianca". Nata nel 1972 a Zanjan capoluogo dell'omonima provincia a Nord dell'Iran, Narges Mohammadi è attivista sin dai tempi in cui studiava Fisica all'università, anni in cui ha fondato il gruppo degli "Studenti illuminati". Già a partire dagli Anni '90 entrava ed usciva dalle prigioni, per aver sostenuto la campagna elettorale del riformista Mohammad Khatami, eletto presidente nel 1997 e nel 2001 grazie al voto delle donne e dei giovani, illusi di poter ottenere riforme e diritti. Quello contro l'hijab obbligatorio per le donne, tra i cardini principali su cui si fonda la Repubblica islamica, è da sempre il suo cavallo di battaglia e l'ha esposta alla repressione del regime. Ma nonostante i rischi, Narges non ha mai scelto di lasciare l'Iran. Non è il primo riconoscimento per l'attivista 51enne: nel 2009 vinse il premio Alexander Langer dedicato all'impegno civile, culturale e politico. In quell'occasione Mohammadi fu premiata - si leggeva nelle motivazioni - per il proprio impegno per un ''altro'' Iran. Le fu impedito però di partecipare alla cerimonia perché privata del passaporto. 
Commentando l’assegnazione del premio Nobel per la pace alla difensora iraniana dei diritti umani Narges Mohammadi, la segretaria generale di Amnesty International Agnés Callamard ha diffuso questa dichiarazione:
“Narges Mohammadi riceve oggi questo premio mentre si trova dietro le sbarre di una prigione iraniana, dove è detenuta ingiustamente dal 2021 solo a causa del suo attivismo per i diritti umani. Da anni si batte senza sosta per attirare l’attenzione sulla terribile situazione dei diritti umani in Iran. Anche dalla sua cella ha condannato la sanguinosa repressione delle proteste, ha invocato l’abolizione della pena di morte e dell’isolamento carcerario e ha denunciato la violenza e ha denunciato le violenze sessuali contro le manifestanti portate in carcere”.
“A dimostrazione dell’inumanità delle tattiche impiegate per reprimere le voci critiche, le autorità iraniane sottopongono da anni Narges Mohammadi a torture, minacce di morte e diniego di cure mediche specialistiche. Le stanno persino impedendo di vedere i due figli. Nonostante questo enorme costo personale, gli incessanti tentativi di ridurla al silenzio e la prospettiva di trascorrere il resto della sua vita in prigione, continua coraggiosamente a chiedere un cambiamento, non solo per sé stessa ma per le donne, gli uomini, le bambine e i bambini di tutto l’Iran”.
“Il conferimento del premio Nobel per la pace a Narges Mohammadi invia un messaggio chiaro alle autorità iraniane: la repressione nei confronti del dissenso pacifico e dei difensori dei diritti umani non resterà incontrastata. La comunità internazionale deve rinnovare gli sforzi per chiedere la scarcerazione immediata e senza condizioni di Narges Mohammadi e di tutte le altre persone ingiustamente imprigionate solo per aver esercitato pacificamente i loro diritti umani, anche nel corso delle proteste ‘Donna Vita Libertà’ del 2022”.
Narges Mohammadi sta attualmente scontando un cumulo di pene, a seguito di svariate condanne, per un totale di 11 anni e 11 mesi di carcere, cui vanno aggiunte ulteriori sanzioni crudeli, inumane e degradanti tra le quali 154 frustate.