Tusa. Presentato il Progetto “SCOMMETTO SU DI ME” per la prevenzione e il contrasto delle dipendenze dalla ludopatia

  • di Redazione Il Solidale
  • 25 lug 2023
  • SOCIALE

Tusa. Presentato il Progetto “SCOMMETTO SU DI ME” per la prevenzione e il contrasto delle dipendenze dalla ludopatia

(Lucia Rivilli) Castel di Lucio. L’equipe e gli ospiti beneficiari del progetto SAI Tusa e Ampliamento Castel di Lucio e Motta d’Affermo, gestito dalla cooperativa sociale "Il Geranio" e dal Consorzio Umana Solidarietà coordinato dalla dott.ssa Nadia Salvaggio, hanno partecipato all’assemblea di giorno 21 tenuta a Tusa, in provincia di Messina, sulla Ludopatia e sulle dipendenze che si insinuano soprattutto tra i giovani. L'incontro si è svolto presso l’aula consiliare del Municipio di Tusa, in presenza del sindaco l’avvocato Angelo Tudisca. L’assemblea informativa verteva su un progetto rivolto ai giovani denominato “ Scommetto su di me” con la finalità di promuovere iniziative per la prevenzione e il contrasto alle dipendenze: la ludopatia. Erano presenti i professionisti: la dottoressa Antinoro, (responsabile dell’unità operativa della comunicazione ASP Messina) l’assistente sociale Maria La Fauci,  la dottoressa “Beatrice Petrosino” (medico psichiatra), il dott.Paolo Ragusa responsabile del Welfare e terzo settore MCL Sicilia che ha concluso l’assemblea. Presenti anche l’equipe e i beneficiari del progetto SAI Tusa Ordinari e Ampliamento Castel di Lucio e Motta d’Affermo.
Il progetto ha preso forma in Sicilia dall’iniziativa dell’associazione “ città felice “ Onlus , presente nella città di Mineo, approvato dal ministero del lavoro, dell’assessorato della famiglia e della politica sociale della regione siciliana.I beneficiari del suddetto progetto sono i ragazzi di età compresa tra i 14 e i 18 anni, quelli dunque più a rischio  che devono essere informati, formati e tutelati da quelli che possono essere i fattori scatenanti, i disturbi associati ,che una volta cronicizzati possono essere trasformati in vere proprie patologie cliniche.In questa direzione, importantissimo, dettagliato e incisivo, è stato l’intervento della dottoressa Beatrice Petrosino, che ha illustrato la Ludopatia come appunto la dipendenza dal gioco diffuso soprattutto  tra i giovani.
Secondo un report svolto da esperti professionisti ,aggiunge la dottoressa, i dati registrati sull’uso di sostanze stupefacenti sono stati uguali a quelli quelli registrati per uso di giochi virtuali, (gaming, slot-machine e altro ancora).Entrati nel vortice della gratificazione ottenuta dal gioco, i giovani vengono affascinati ,attirati sempre più e questo anche perché a livello funzionale nell’area celebrale del cervello si trovano i neuroni cosiddetti dopaminergici, che si attivano in seguito ad aver vissuto un’esperienza piacevole che ripetuta diventa “dipendente”, perché l’aspettativa creata ottiene sempre ricompense.
Conoscere l’attività di questi neuroni è importante per studiare anche l’aspetto clinico di queste dipendenze e poter agire bene tutelando il benessere psicofisico delle persone.
Un percorso suggerito e concordato dagli esperti per agire in modo preventivo contro la Ludopatia segue degli step precisi: intercettare la persona in difficoltà; distinguere i fattori di rischio che l’hanno coinvolta; distinguere i fattori di protezione (ossia le abilità personali) per usarli nei momenti difficili, potenziando e attivando abilità di copying e resilienza che possano tornare  utili davanti a una possibile ricaduta e infine portare alla consapevolezza dei propri limiti.
Il progetto ha l’obiettivo di creare una rete di collaborazione dove l’informazione, la comunicazione e la formazione possano essere strumenti accessibili alla società civile, alle associazioni che promuovano attività di contrasto laddove si segnalano problemi di dipendenza.A sostegno delle famiglie coinvolte la possibilità di partecipare a incontri, attività di cineforum, sportelli amici e laboratori esperienziali, che li coinvolgono personalmente.Questo progetto, verrà esteso alle scuole, ai docenti, al personale sociosanitario, enti del terzo settore per diffondere a macchia d’olio e sensibilizzare quanto più possibile.
A concludere l’assemblea è stato il dottor Paolo Ragusa, che ha salutato i presenti ringraziandoli per la partecipazione, interpretandola come una sicura divulgazione di notizie e di dati che circolando possono sensibilizzare il territorio a difesa dei rischi di questa invisibile e subdola dipendenza che solamente la comunicazione e l’informazione possono combattere.
Come risultato dell’assemblea, il dottor Ragusa ha voluto formulare un augurio e insieme un invito al territorio, alle istituzioni per diffondere quanto più informazioni possibile, tale da creare conoscenza sull’argomento, soprattutto una conoscenza consapevole che possa garantire strumenti efficaci per evitare disagi e disturbi di impatto sociale elevato che possano trovare diffusione.